Surge XT: aggiornamento per uno dei migliori soft synth

A cura di Andrea Petazzi

Surge, di cui ho, seppur sommariamente, gia parlato in un precedente articolo del blog è un sintetizzatore virtuale dalle strabilianti capacità. Da 6 anni, dopo essere stato per quasi 20 anni uno strumento a pagamento, è diventato un progetto open source, pur restando gratuito, è ad oggi uno degli strumenti più potenti e flessibili sul mercato.

Stupisce vedere come uno strumento sostenuto solo da donazioni e lavoro volontario possa aver avuto in questi pochi anni uno sviluppo così notevole, di cui la completa riscrittura nel framework JUCE, ragione del cambio di nome da Surge a SurgeXT è solo l’ultima tra moltissime.

Se non conoscete lo strumento, e vi interessate anche solo di striscio di sintetizzatori, dovreste proprio dedicarci un po di tempo; sono certo vi lascerà sbalorditi. Per essere uno strumento gratuito ha una qualità timbrica davvero impressionante, che poco o nulla ha da invidiare a molti blasonatissimi strumenti, nonché un livello di profondità e complessità nella programmazione davvero rara e preziosa, con un carattere e una programmabilità che rendono facile, a dispetto dell’interfaccia apparentemente ostica, produrre timbri particolari e molto espressivi, quale che sia il genere di vostro interesse.

Se avevate provato il Surge precedente e l’interfaccia vi aveva scoraggiato beh… buone notizie, con SurgeXT la stessa ha ricevuto un update sostanziale, c’è finalmente una modmatrix chiara a cui accedere, c’è un patch browser, che rende l’esperienza anche  di provarsi alcuni preset meno “anni 90” e tante altre cose, non ultima un aggiornamento del multieffetto, che passa ad avere 16 slot, di cui 4 di insert per parte (lo strumento è bitimbrico) 4 send, e 4 master effects, e diversamente da quello che accade in troppi strumenti, ogni slot può essere occupato da qualsiasi strumento; volete per qualche perversa ragione usare 4 distorsori in serie? Equalizzare, comprimere, distorcere e poi di nuovo equalizzare e comprimere? Potete farlo senza problema alcuno, cosa che con molti strumenti anche “apprezzatissimi” non è possibile.

Le capacità di sintesi dello strumento sono molto varie; dalla sottrattiva, alla FM alle wavetable, e il notevole miglioramento del waveshaper apre anche la strada a soluzioni “west coast” non banali; la dotazione di filtri è eccellente, in aggiunta a questo, viene fornito con una collezione di patch di tutto rispetto, realizzate da sound designer d’eccezione.

L’intero changelog lo trovate qui: https://surge-synthesizer.github.io/changelog/index.html#changes-in-surge-xt-10

Ora, fatta questa presentazione, andiamo a vedere alcune delle caratteristiche dello strumento:

ogni parte, dato che come altri strumenti è di fatto bitimbrico con le classiche opzioni di voicing, quali single, dual, key split e channel split, vanta 3 oscillatori con svariati possibili algoritmi, capaci anche di fare tanto FM quanto RM tra loro in svariati modi, il blocco oscillatori è anche dotato di uno slider per controllare il drift e decidere quanto stabile vogliamo l’accordatura degli stessi sia, e “simulare” in modo immediato le caratteristiche di instabilità che ci aspetteremmo in un analogico, è possibile determinare se la fase iniziale degli oscillatori sarà casuale o se preferiamo venga resettata a ogni nota, cosa utilissima e non possibile purtroppo in molti strumenti; non è invece possibile modificare con continuità questa fase o modularla.

ll blocco oscillatori e mixer di SurgeXT, corredato per ragioni geometriche dal filtro 1

A valle di questi e del generatore di rumore, dotato di un filtro LP/HP integrato, si trovano un mixer, che permette di regolare i livelli delle varie sorgenti, compresi il noise e la ring modulation tra 2 diverse coppie di oscillatori, il waveshaper che già ho menzionato, con svariate possibili curve, che ispira ad avventurarsi in insoliti territori di sintesi o anche solo a brutalizzare il nostro segnale senza ritegno, e a valle di questo, in maniera abbastanza tradizionale, 2 filtri utilizzabili in serie, in parallelo o split, i quali offrono per un filtraggio tradizionale soluzioni semplici e CPU friendly, ma anche emulazioni di tutto rispetto di filtri storici, quali quello dell’Ob-Xa o il K35 dell’MS20, o l’immancabile ma mai trascurabile emulazione del filtro ladder, che non saprei dire quanto sia fedele, ma di certo è ben suonante. A queste si aggiungono opzioni più esotiche, tipo gli immancabili comb filter, ma anche dei curiosi cutoff warp e un tri-pole, non facili da trovare in altri strumenti.

Ed ecco a voi, filtro uno, filtro2 , waveshaper e i due inviluppi principali

Il parco modulatori ci offre inviluppi dedicati per filtri e amp, 6 LFO per voce che definirei qui “multimodo”, svolgendo la funzione tanto di LFO quanto di inviluppi ausiliari, generatori S/H o step sequencer, altrettanti LFO, altrettanto multimodo ma monofonici, alcune sorgenti insolite quali last key, highest key, lowest key, alternate, ben 8 macro, e ovviamente tutte le sorgenti che ci si aspetterebbe, compresi anche poly aftertouch e altre possibili sorgenti MPE. Il synth può anche leggere tabelle di accordatura microtonale, e arriva con una collezione di utili tunefiles alternativi, per coloro che non hanno paura di osare o sono troppo ribelli per accettare la tirannia del temperamento equo.

Ma come suona?

Eh, molto molto bene, ignorando del tutto gran parte della sua complessità, usandolo come un semplice sottrattivo, rende già ampiamente obsoleti strumenti come Sylenth1; nel fare il finto analogico gioca a mio avviso quasi nello stesso campionato di Diva, pur non avendo filtri ZDF e avendo un impatto sulla CPU molto più contenuto. Gli oscillatori Classic e Modern offrono forme d’onda “classiche” più o meno rigide con non poche finezze aggiuntive, come sync, unisono per oscillatore, vari curiosi modi di controllare la forma d’onda miscelandone di diverse, oltre alla possibilità di regolare il livello di un suboscillatore integrato.

Quanto alla sintesi wavetable, ha, seppur con due algoritmi diversi, rispettivamente WT e window, un approccio vagamente “vintage” all’interpolazione, con la tendenza a creare artefatti d’altri tempi, un po come ci si aspetterebbe da un vecchio Wave o simili; cosa che fornendoci nella libreria una discreta collezione di WT waldorf e PPG, gli fornisce senz’altro le potenzialità per ricreare quei suoni tipici delle soundtrack avveniristiche degli anni 80 e 90. Non è dotato di un editor di wavetable, e diversamente da Vital o Serum, non accetta di buon grado gli vengano messi negli oscillatori campioni a caso senza tante cerimonie, ma legge benissimo delle wavetable fatte con altri strumenti, quindi potete benissimo crearvi le WT in Vital, esportarle come wav e importarle in SurgeXT.

Quanto alla FM, è possibile fare FM tra i vari oscillatori, ma anche utilizzare per alcuni degli stessi gli algoritmi FM2, FM3 e Sine, e ovviamente avere che gli stessi si modulino a vicenda. La FM del caso, è in ogni caso di fatto una modulazione di fase “DX style” anche se non le mancano alcuni preziosi “fronzoli”. L’algoritmo FM2 è eccellente per realizzare classici timbri FM, e devo dire suoni stile lately bass, o i vari pseudopianoforti anni ’80 si realizzano con grande soddisfazione e pochissimo sforzo, l’algoritmo Sine di fatto fa FM feedback offrendo però, a dispetto del nome diverse possibili forme d’onda, mentre FM3 permette di usare 3 modulatori e il feedback, con ratio non necessariamente intero e possibile destinazione di modulazione, a detta del manuale, l’algoritmo giusto per “scrostare la vernice dalle pareti” se è quello che il vostro gusto vi richiede di fare, ma non privo anche di applicazioni più educate.

Non finisce qui; ci sono anche un algoritmo string, che vi permette di realizzare della Karplus Strong in maniera molto immediata e “contenuta” lasciandovi di fatto il resto del synth libero per arricchire il vostro timbro (molto interessante a mio avviso se combinata con un pluck FM per creare delle sorte di pianoidi “ibridi”), un curioso algoritmo SH noise, che permette di ottenere del “rumore accordato” in maniera rapida ed efficace, offrendo anche notevoli possibilità di evoluzione e modulazione dello stesso, impagabile per fare effettini vari, droni spaziali o percussioni, un algoritmo Alias, eccellente per creare con vero intento criminale artefatti digitali, e last but not least, un algoritmo “twist”, di fatto una versione software del Plaits della Mutable Instruments (https://mutable-instruments.net/modules/plaits/manual/) , un modulo eurorack dal sapore west coast, molto apprezzato, che di fatto introduce altri N possibili algoritmi; più pesante di tutti i precedenti sulla CPU, ma decisamente non invano.

L’oscillatore 1, in modalità Twist, in tutto il suo splendore, o quasi.

Dato che dei filtri ho già parlato, penso mi resti solo il multieffetto, ma per trattare quello con un grado di completezza e precisione accettabili mi ci vorrebbero pagine e pagine; il numero e la varietà di effetti disponibili è strabiliante, c’è davvero di tutto; tra le cose piu interessanti ci sono secondo me un ensemble,ovvero una sorta di BBD chorus, uno spring reverb molto convincente, un rotary speaker e un tape saturator, preziosi per creare sonorità vintage e lofi, che raramente si trovano inclusi in simili strumenti, notevolissimo anche il vocoder a 20 bande. Ma sono ovviamente solo una piccola parte delle possibilità, ci sono effetti d’ambiente e di modulazione molto diversi ed estremamente programmabili, sia da utilizzare come instert che come send, o altri che possono essere ragionevolmente usati a valle come master effects per meglio amalgamare le due parti che una singola instanza del plugin può suonare.

Il multieffetto volendo si può utilizzare anche da solo, con il plugin arriva anche un prezioso SurgeEffects, che vi permette di utilizzare il vasto parco di effetti di SurgeXT per processare qualunque altro segnale, io personalmente trovo sia molto interessante soprattutto in virtù della vasta scelta di effetti “vintage” offerti, per dare un calore e un sapore diverso a suoni generati con strumenti più moderni e freddi come concezione.

Last but not least, SurgeXT Effects, ovvero un comodo plugin che ci permette di usare uno a uno gli effetti di surgeXT, e a destra, il multieffetto, con i suoi 16 slot, e con sotto tutti i parametri dello stesso settato in modalità tape.

Il mercato offre millemila synth forse con un interfaccia più accattivante, ma se parliamo di qualità e di possibilità sonore, SurgeXT non ha davvero nulla da invidiare a strumenti da centinaia e centinaia di euro, essendo gratuito, open source, stabile come una roccia e avendo, compatibilmente con la vostra programmazione un impatto sulla CPU ridicolo se paragonato a quasi qualsiasi strumento dell’ultimo decennio.

Quindi, per concludere: scaricatevelo! È una bomba.

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