Il diritto d’autore

Che cosa sono i diritti d’autore?
E che cosa sono i clearances?
Che cosa sono le PRO e come funzionano?
Come posso tutelare i miei brani e le mie idee in un periodo storico in cui i samples sono al centro dell’attenzione di tutta l’industria discografica?
In questo articolo, tra le tante cose che solitamente annebbiano e confondono questo argomento, andremo a capire in maniera chiara e semplice che cosa e quali sono i diritti d’autore, i DRM e DEM, cosa sono le Performance Rights Organizations e cosa differenzia un Remix da un Bootleg ad una Cover.
Il diritto d’autore è un diritto di proprietà intellettuale, vale a dire che con il diritto d’autore si attesta la proprietà dell’espressione dell’idea di un’opera creativa, ma a differenza di altri diritti di proprietà intelelttuale, non è necessario registrarla come accade per esempio con brevetti o marchi.
Essendo il diritto d’autore un diritto sull’espressione e non sull’idea stessa, non basta quindi pensare ad una melodia, riff o canzone per averne i diritti, ma è necessario crearla ed eseguirla, riprodurla o suonarla davanti ad un pubblico.
Per ottenere la prova certa della paternità dell’opera (e quindi evitare problemi di Copyright) ci sono organizzazioni come SIAE, Soundreef o in generale tutte le cosidette Performance Rights Organizations, tra cui anche ASCAP, BMI o SOCAN, ma ricordiamo che non sono indispensabili; una valida opzione a queste organizzazioni, che sono specializzate nella raccolta di royalties (DRM e DEM), sono aziende come Patamu, che permettono di registrare delle idee e validare di conseguenza la paternità dell’opera tramite una marcatura temporale, la quale attesta che la suddetta opera, in quello specifico giorno e in quella particolare ora è stata depositata come opera originale.
La marcatura temporale ha a tutti gli effetti la validità legale per tutelare i diritti di paternità (proprietà) dell’opera ed essendo per l’appunto “temporale” tra due ipotetiche marcature identiche, ha valore quella che presenta la registrazione cronologicamente antecedente.
Ma facciamo un passo indietro e capiamo meglio funzionano le PRO e cosa sono i DRM e DEM.
Le PRO (Performance Rights Organizations) sono organizzazioni che raccolgono i diritti di performances e di sincronizzazione, ovvero tutti quei diritti legati allo sfruttamento dell’opera; i DRM sono i Diritti di Riproduzione Meccanica, ovvero tutti quei diritti legati alla riproduzione su un supporto, per esempio la registrazione radiotelevisiva, riproduzione video, fonomeccanica o su DVD musicale, il download e lo streaming, mentre i DEM sono i Diritti di Esecuzione Musicale, quindi quei diritti che coinvolgono un pubblico: esecuzioni pubbliche, sale cinematografiche, diffusione al pubblico via radio o TV, utilizzo online o musica d’ambiente.
Ora che abbiamo compreso il funzionamento di una PRO, cercheremo di capire chi e come sono divisi i vari diritti di un brano e cosa serve e da cosa si differenziano Remix, Bootleg e Cover.
I diritti di un brano sono solitamente divisi tra gli autori del brano (Produttori o Artisti), l’etichetta discografica e a Publishing / Editori. Ipotizziamo che un duo collabori con un artista e che distribuiscano la traccia con un’etichetta discografica che ha un publishing partner. In questo caso i diritti saranno divisi tra 5 parti, ma in che modo?
I diritti di master saranno divisi secondo gli accordi tra gli artisti e l’etichetta, ipotizzando un contratto 50/50 e una divisione equa per gli artisti la divisione sarà 50% per l’etichetta, 16,67% per l’artista sinoglo, 33,33% per il duo (16,66% circa ciascuno).
I diritti PRO saranno divisi in modo diverso: I Publishing / Editori possono accedere fino ad un massimo di 50% dei diritti di un brano (12/24 per SIAE) e i restanti 50%, saranno divisi per gli artisti, che reclameranno, come sopra, il 16,67% per l’artista sinoglo, e il 33,33% per il duo (16,66% circa ciascuno).
I diritti PRO non sono condivisi con l’etichetta in quanto i contratti standard cede solo i diritti di Master, per questo motivo molto spesso le etichette hanno o collaborano con dei publishing con i quale condividono le royalties dei loro cataloghi.
Ora che abbiamo capito quali sono le principali parti coinvolte in una release, cerchaimo di capire cosa differenzia un Remix da un Bootleg ad una Cover.
Un Remix non è altro che un’edit di un brano protetto da Copyright il cui Copyright è stato concesso in licenza all’artista che lo edita: per questo motivo i Remix sono delle edit ufficiali e sono quasi sempre distribuiti dalla stessa label che ha in precedenza distribuito l’originale. Il fatto che un remix venga rilasciato da un’altra etichetta discografica è segno che potrebbe non essere un Remix.
Un Bootleg non è altro che un Remix ufficioso (non ufficiale), quindi senza la cessione dei diritti di Copyright sicuramente non si troverà un Bootleg su i DSPs (Digital Streaming Platform – Spotify, Apple Music, Deezer, Beatport etc..) proprio perchè senza Copyright non si ha la possibilità di sfruttare il valore commerciale del brano e quindi non monetizzabile (vendere o ascoltare in streaming); la casa dei bootleg infatti è spesso Soundcloud o YouTube, in quanto queste piattaforme, a differenza dei tradizionali DSPs, consente di pubblicare degli audio senza la presenza di un codice (ISRC – International Standard Record Code, che viene rilasciato dal distributore al momento della distribuzione dei brani su i suddetti DSPs) e senza il quale non avviene la monetizzazione.
Una Cover, invece, non è altro che la reinterpretazione di un brano originale protetto da Copyright con una chiave o genere differente, mantenendo l’intera struttura del brano originale (a differenza dei Remix o Bootleg che possono utilizzare anche solo delle porzioni del brano originale). Ne consegue dunque che una cover possa essere sia originale che non, se appunto si ottiene il “sample clearance”: questo si può ottenere solo contattando i detentori dei diritti di master e d’autore, quindi Etichetta Discografica, Artisti e Publishing. Per sbloccare o “pulire” questi diritti spesso viene concordata una fee specifica per ogni caso.
Per concludere, con questo articolo spero di avervi potuto schiarire le idee e darvi una visione, seppur ancora generica, dei diritti d’autore; conoscendo il funzionamento dell’industria discografica sarà più semplice anche per voi poter gestire le varie situazioni o problemi nel modo più efficace e rapido, e senza dover passare per terzi la vostra comunicazione e i vostri interventi potranno essere più diretti e precisi.
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